venerdì 12 gennaio 2018

abstract #1


Il niente dell’uno, ineffabile per eccesso.
Il niente della materia ineffabile per difetto; viceversa.
Il niente assurdo dell’uno, il niente assurdo degli altri dall’uno, il tutto degli intelligibili, delle forme delle copie, delle materie, il tutto dei fenomeni esemplari idest archetipi, il tutto dei simulacri e delle copie, in sperimentazioni aporetiche delle funzioni del silenzio, nel commento di damascio al parmenide, quando avvolge la totalità è limite, avvolta essa è infinita, ciò che in essa vi è di infinito è il sempre, dei principi primi xlv, europa ovunque lo stesso senso di ozio indefinito come altrove lo è il lavoro, un riferimento anche alla presunta crisi del romanzo, a cose scomparse da un pezzo, il romanzo, la crisi - affare piuttosto di cariti, chimere, ninfe, unicorni - anaximander, le cose fuori da cui.., comunque fuori… sarà occorso l’avervi fatto ritorno… quale messaggio… la lettura heideggeriana, viziata da causalismi scolastici, le cose da cui - separati che cercano di congiungersi, così Artaud lesse tragicommedie sessuali di un cosiddetto stare in un cosiddetto mondo










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